il metodo educativo
formare le persone di domani
La Scuola Maria Ausiliatrice è una Scuola Paritaria Parificata Salesiana, ovvero una scuola pubblica che nel rispetto delle leggi e delle normative dello Stato Italiano, secondo le indicazioni Ministeriali, è aperta a tutti coloro che desiderano crescere e formarsi nello stile educativo di Don Bosco e Madre Mazzarello.
“Formare buoni cristiani e onesti cittadini”
Questo era il pensiero guida di Don Bosco nel dare avvio alle scuole e a tutte le opere salesiane.
Ancora oggi queste sue parole guidano le scelte educative e formative delle scuole salesiane di ogni ordine e grado.
A questo scopo lo stile salesiano ha il suo fondamento su 3 pilastri: ragione, religione e amorevolezza.
RAGIONE
La capacità di pensare e l’intelligenza di un ragazzo sono fondamentali nell’educazione. La ragione è infatti quello strumento attraverso cui accompagnare i ragazzi nella conoscenza del proprio vissuto, passato e presente, per aprirsi con solidità al futuro. Compito dell’educatore è scoprire il punto in cui il ragazzo si trova per condurlo al bene in modo ragionevole.


religione
É il cuore del Sistema Preventivo, poiché permette di realizzare il disegno di felicità di Dio per ciascuno. L’educatore si pone come guida e come esempio, ma mai come risposta alle domande che caratterizzano le varie tappe dell’età evolutiva, in quanto persona umana limitata e non ancora arrivata. Piuttosto, suo compito è quello di indicare la dimensione della trascendenza e, nello specifico in Gesù, come via per la felicità piena ed eterna. Quando Don Bosco parla di religione non si riferisce solo ai contenuti teologici o catechistici da insegnare, ma un esempio di vita spirituale che accompagna l’intero percorso di vita. La spiritualità del quotidiano fatta di allegria, studio e preghiera può essere definita l’applicazione pratica della religione nello stile salesiano.

amorevolezza
É la modalità con cui si instaurano e si custodiscono le relazioni ad ogni livello. Secondo lo stile salesiano, in qualunque relazione educativa, amicale, professionale, il ragazzo viene messo al centro, ovvero non c’è mai una supremazia di qualcuno su qualcun altro, ma sempre una dimensione dialogica di accompagnamento, insegnamento e correzione. Amorevolezza è un linguaggio determinato e deciso, ma mai aggressivo; è l’insieme di gesti accoglienti e rassicuranti, ma mai umilianti. E’ un mettersi accanto ai bambini e ai ragazzi con fermezza e dolcezza allo stesso tempo, in una relazione esclusiva ed unica per ciascuno, ma mai escludente e preferenziale.

diceva don bosco...
“In ognuno di questi ragazzi, anche il più disgraziato, v'è un punto accessibile al bene. Compito di un educatore è trovare quella corda sensibile e farla vibrare”.